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“Sample Biobanking”: Perché Prelevare un Campione Biologico da un Paziente

La donazione di un semplice campione di sangue è un piccolo gesto che può aiutare la ricerca scientifica a progredire. Questo argomento è stato presentato in un evento organizzato da Casa di Cura Privata del Policlinico (CCPP) lo scorso 28 Settembre, Sample Biobanking: perché prelevare un campione biologico da un paziente, in occasione della European Biotech week 2018.

In questa occasione, medici, biologi, biotecnologi ricercatori e fisioterapisti hanno affrontato l’argomento dell’uso dei campioni biologici nella ricerca scientifica, fondamentali per lo studio di patologie neurodegenerative di cui ancora oggi non si conosce la causa scatenante. Questi campioni biologici infatti vengono utilizzati per analizzare i Biomarcatori, ovvero “indicatori biologici” grazie ai quali è possibile formulare una diagnosi, una prognosi e monitorare la risposta ad un trattamento farmacologico.

Gli interventi avevano l’obiettivo di spiegare ad un pubblico di pazienti e cittadini l’intero “ciclo del campione biologico”, dalla raccolta, attraverso ad esempio il prelievo di sangue venoso, alla manipolazione e conservazione all’interno delle Biobanche, unità di servizio predisposte a raccogliere, a conservare e a distribuire campioni biologici verso altri istituti, fino al suo utilizzo pratico per scopi di ricerca scientifica. Tali Biobanche conservano e distribuiscono campioni biologici preziosi provenienti da soggetti donatori affetti da patologie neurodegenerative, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), l’Alzheimer, il Parkinson, le malattie cardiovascolari (come ad esempio l’ictus ) e inoltre soggetti sani, ben caratterizzati sotto il profilo cognitivo.

In particolare è stato approfondito il tema dell’uso dei campioni biologici nella Medicina Personalizzata, ovvero una cura o un trattamento adatto alle “caratteristiche molecolari” del paziente. A volte sentiamo che un paziente “non risponde ad una terapia”, e invece un altro paziente, affetto dalla stessa malattia e trattato con la stessa terapia guarisce o migliora. Questo è dato dalle differenze bio-molecolari che ci caratterizzano. L’aspettativa è che sempre più, grazie al progresso della ricerca scientifica, sarà quindi possibile trattare ogni singolo paziente in maniera specifica in base al suo corredo genomico.

L’evento in questione è stato inoltre un’occasione per presentare i recenti potenziamenti dell’infrastruttura di ricerca presenti in CCPP, in particolare la Biobanca (attiva dal 2015) e il Laboratorio di Neurobiologia per la Medicina Traslazionale, nel quale vengono svolti studi per identificare nuovi potenziali Biomarcatori per patologie neurodegenerative e cardiovascolari. Queste infrastrutture di ricerca rappresentano per CCPP un passo in avanti al fine di avvicinare la “parte clinica a quella molecolare”.

Inoltre CCPP è recentemente entrata a far parte della rete di Biobanche Nazionale, BBMRI-IT, nodo dell’infrastruttura di ricerca europea BBMRI-ERIC, con lo scopo di coordinare le attività delle Biobanche e risorse biomolecolari, al fine di promuovere la loro efficienza ed interoperabilità, armonizzare le procedure operative standard delle Biobanche, implementare il sistema di gestione della qualità, migliorare l’interoperabilità dei database di ricerca, incoraggiare le collaborazioni pubblico/privato, promuovere, facilitare ed accompagnare le Biobanche in un percorso di sostenibilità economica.

In conclusione, il messaggio che si è voluto trasmettere attraverso questo evento è che la ricerca scientifica è una realtà concreta, importante non solo per le persone affette da patologie ma anche per quelle persone che vogliano contribuire al progresso della ricerca mettendo a disposizione semplicemente il proprio sangue, opportunamente elaborato e costudito all’interno di Biobanche, dalle quali gli studiosi si riforniscono per poter condurre gli studi scientifici.